S. Antonio
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Passando alla Navata Sinistra, troviamo a capo di questa navata l'altare a la Cappella dedicata a S. Antonio. Sino al 1820 era dedicata a S. Bartolomeo.
La statua in legno ci richiama all'episodio della Visione di S. Antonio. L'opera lignea è della scuola del Maragliano, con una possibile attribuzione a G. B. Garaventa. Gli affreschi della volta sono di Rosa Bacigalupo.
Alle pareti laterali troviamo due quadri uno di San Giovanni e la Maddalena in contemplazione sotto la Croce, l'altro di Sant'Antonio che guarisce lo storpio.
I quadri non hanno allo stato attuale un'attribuzione certa, Natale Traversa afferma che sono del Sarzana, pare più verosimile l'attribuzione alla bottega del Fiasella, infatti i fratelli Remondini li attribuiscono al Fiasella stesso.
APPROFONDIMENTI SULLE DUE TELE LATERALI
Dalla relazione del dott. Gianluca Zanelli del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Relazione scritta per presentare le opere, in vista dell'ultimo restauro del 2012 :
Adorazione della Croce
Ignoto pittore ligure
(Bottega di Domenico Fiasella)
Terzo-quarto decennio del XVII secolo
Olio su tela, cm 208 x 126 ca.
Il dipinto, inserito nella parete laterale della cappella dedicata a Sant’Antonio, risulta citato dai fratelli Remondini con un riferimento a Domenico Fiasella. Non studiata dalla critica moderna, l’opera rivela effettivamente alcuni caratteri linguistici prossimi al lessico del maestro sarzanese, con particolare riferimento alle figure della Maddalena e di san Giovanni Evangelista. Solo il recupero della piena leggibilità della composizione consentirà di verificare tale importante paternità oppure la presenza del pennello di uno stretto seguace di Fiasella, in particolare quello Giovanni Battista Casoni.
Miracolo di sant’Antonio
Ignoto pittore ligure
(Bottega di Domenico Fiasella)
Terzo-quarto decennio del XVII secolo
Olio su tela, cm 209,5 x 128,5
Collocata, unitamente all’Adorazione della Croce, nella cappella di Sant’Antonio, la tela venne attribuita dai Remondini direttamente a Domenico Fiasella. Se vari componenti stilistiche sembrano orientare verso tale riferimento, ulteriori elementi appaiono non del tutto coerenti con il linguaggio del pittore, qui forse riproposto da un suo collaboratore. La composizione palesa comunque con immediatezza la sua appartenenza alla cultura figurativa genovese del secondo quarto del Seicento.
Bibliografia essenziale:
A. Remondini, M. Remondini, Parrocchie dell’Archidiocesi di Genova. Notizie Storico-Ecclesiastiche, Regione XIV, Genova 1892, p. 78.
N. Traverso, Brevi cenni storici della Parrocchia di Sant’Ambrogio, Genova 1965, p. 11.