L'immacolata in restauro
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GIUGNO 2019
Mentre scrivo, si stanno per concludere le operazioni di restauro della “nostra” statua dell’Immacolata, realizzata dallo scultore Stefano Valle. Il lavoro si è rivelato parecchio impegnativo, ad iniziare dalla fase di pulitura del manufatto. La statua ha subito nel tempo diverse fasi di ritinteggiatura e di “ripristino”, anche con l’ausilio di vernici poco appropriate.
Il risultato è stato quello di far riaffiorare i colori originali. In particolare, spicca il colore del manto della Madonna. Ora, invece di essere azzurro, presenta una colorazione che potrei definire blu cobalto.
La bordatura del manto ha una decorazione realizzata ad oro foglia, con incise le stelle che vanno ad ornare anche l’intero manto della Vergine. La “nostra” scultura è ispirata dall’Apocalisse 12, 1-18. In particolare al versetto 1: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle».
- La “donna vestita di sole”, è qui rappresentata dal manto cobalto, ornato di stelle.
- La “luna sotto i suoi piedi”, è raffigurata dalla ripristinata mezza luna in argento.
- La “corona di dodici stelle”, è rappresentata dallo stellario che adorna la Madonna, rifatto più leggero
in argento, per non gravare con il peso la scultura lignea.
- La corona sul capo, più leggera in argento, è ispirata a quella della prima incoronazione del 1930.
Merita ancora una riflessione il colore del manto cobalto, diverso dall’azzurro precedente. Per l’uomo antico il cielo era blu, non azzurro. L’azzurro era considerato un colore “più leggero”, meno importante. Il blu, era riprodotto con pigmenti naturali molto costosi. Anche questo fatto, ha contribuito a dare importanza a questo colore. Basti pensare al colore lapislazzulo utilizzato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, oppure a quello presente nella cappella Sistina. La nostra Madonna è stata realizzata con questa antica mentalità. Si sapeva dare valore ai colori, non tanto e semplicemente per una questione di gusto, ma anche per il modo con cui venivano riprodotti. Probabilmente, la scelta successiva dell’azzurro si è ispirata all’effige dell’Immacolata di Lourdes. La “nostra” Madonna pertanto ci parla della sua antichità, che diventa tradizione, devozione e radicamento nel tempo.
La cassa processionale è poi corredata di un importante apparato di candelabri, con al centro quattro cartigli con l’iscrizione: Tota pulchra / es Maria / et macula originalis / non es in te. Sopra alle iscrizioni, verranno nuovamente ripristinati i quattro mazzi di fiori in argento, a ornare come in originale, l’intera cassa processionale.
Alcune foto della Statua dell'Immacolata in restauro.
Ecco alcune fasi di questa operazione:
1 - Imballo e preparazione
2 - trasporto e arrivo al laboratorio
3 - trattamento con sacco anossico per eliminare i parassiti
4 - Eliminazione delle coloriture sucessive e riaffioramento delle decorazioni e colori originali