Il nuovo Ambone - Sant'Ambrogio di Voltri

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Il nuovo Ambone

La Storia e la Visita Guidata > Visita Guidata

Il giorno dell'Immacolata
8 dicembre 2019
è stato benedetto e inaugurato
il nuovo ambone
durante la S. Messa delle 11,15
in memoria di Antonio Rossi

E’ la consegna del lezionario ai lettori
che avvia alla benedizione dell’ambone,
perché ciò che benedice l’ambone
è la proclamazione della Parola.
L’Altare e il Presbiterio
Nell’anno 1988, la chiesa di S. Ambrogio ha avuto una risistemazione del presbiterio.
Il progetto di allora, si era concentrato sulla collocazione del un nuovo altare. Tale progetto, ha ricuperato i marmi dell’antico pulpito. Mentre il vecchio altare, conservato per il suo indiscusso valore artistico e monumentale, è ora il degno luogo dove conservare il SS. Sacramento.
 
Cristo stesso è altare, vittima e sacrificio e sull’altare si rende nuovamente presente il sacrificio della croce, attraverso i segni sacramentali del pane e del vino, che diventano il corpo e sangue di Gesù.
 
La progettazione di un nuovo presbiterio, risponde alle esigenze del rito della S. Messa promulgata da Papa Paolo VI, a seguito della riforma liturgica, scaturita dal Conc. Vaticano II.
Un nuovo presbiterio non può limitarsi alla risistemazione dell’altare. Oltre all’altare deve esserci l’ambone e la sede del celebrante.
 
La Sede
La sede del celebrante è il luogo dove il presbitero presiede la liturgia. è bene che sia rivolta verso il popolo. La sua collocazione deve essere tale da soddisfare alla sua funzione pratica e simbolica, senza diminuire l’importanza preminente dell’altare e dell’ambone.
Nel nostro caso, la collocazione forse troppo in avanti del nuovo altare, rende difficile posizionare la sede direttamente rivolta verso l’assemblea. Risulta più conveniente la collocazione attuale, dove comunque il sacerdote si può rivolgere verso l’assemblea.
L’Ambone
L’ambone è il luogo della proclamazione della Parola di Dio.
Innanzitutto il nome: nella lingua greca, il termine richiama l’idea del «salire in alto»: una delle caratteristiche principali dell’ambone, infatti, è quella di essere un luogo «elevato», sia per la sua funzione (per essere visti e ascoltati), sia per il suo significato simbolico, il luogo dell’annuncio e proclamazione della Parola di Dio.
 
Cosa affermano le norme
- Introduzione al Lezionario, n° 32: «Nell’ambiente della chiesa deve esserci un luogo elevato, stabile, ben curato e opportunamente decoroso, che risponda insieme alla dignità della parola di Dio, suggerisca chiaramente ai fedeli che nella Messa viene preparata la mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo».
- Ordinamento Generale Messale Romano, n° 29: Non si può comprendere il senso e il valore dell’ambone, se non riscopriamo la forza e la bellezza della Parola di Dio nella celebrazione liturgica. Le due cose, infatti, sono strettamente legate tra loro: «Quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella sua parola, annunzia il Vangelo».
-CEI, Progettazione di nuove chiese, n° 9: L’ambone rappresenta uno degli spazi liturgici che continuano a «parlare» anche al termine della celebrazione: esso infatti costituisce «una presenza eloquente, capace di far riecheggiare la Parola anche quando non c’è nessuno che la sta proclamando».
- Nota pastorale della CEI “La progettazione di nuove chiese” – 1993: L’ambone è il luogo proprio della parola di Dio. La sua forma sia correlata all’altare, senza tuttavia interferire con la priorità di esso.
- Nota pastorale della CEI “L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica” – 1996: L’ambone va collocato in prossimità dell’assemblea, in modo da costituire una sorta di cerniera tra il presbiterio e la navata.
Il nuovo Ambone
Il nostro ambone è stato realizzato in legno dallo scultore Ezio Garbarino e decorato da Clara Cipolla. Questo ambone, benché non sia ancorato al pavimento come l’altare. Per la sua conformazione artistica, si può ritenere struttura definitiva e stabile. Non è un semplice podio mobile con leggio.
Esso è stato progettato appositamente e quindi pensato per inserirsi nel nostro presbiterio. è elevato, così come stabiliscono le indicazioni liturgiche, in quanto si trova sui gradini del presbiterio. Nello stesso tempo non presenta una ulteriore pedana, in quanto la sua funzione di “cerniera” con l’altare, sarebbe risultata esteticamente dirompente e di esagerata imponenza (così come abbiamo sperimentato con prototipi).
Questo ambone presenta caratteristiche proprie, “proponendosi” come luogo degno per la proclamazione della Parola. Nello stesso tempo si “relaziona” con l’altare, affinché si comprenda nei segni che: nella Messa viene preparata la mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo (Introduzione al Lezionario, n° 32).
 
La scritta
A testimonianza della “relazione” della mensa della Parola con quella del Corpo di Cristo, acquista significato l’iscrizione alla sua base:
La Scrittura divina si beve, la Scrittura divina si divora. S. Ambrogio Commento a dodici salmi / 1-33.
 
S. Ambrogio
L’intero presbiterio della nostra Chiesa è decorato con episodi di vita di S. Ambrogio. Ben evidente è il suo operato di vescovo e pastore. Così anche l’ambone presenta un altorilievo del Santo. Ambrogio indossa le vesti liturgiche e le insegne proprie da vescovo (Mitria e Pastorale). Mentre sullo sfondo, sono presenti in maniera speculare due attributi del santo.
 
Lo scudiscio
Questo segno, si riferisce all’episodio di Ambrogio che interdice l’ingresso alla basilica all’Imperatore Teodosio. Dal punto di vista storico, potremmo meglio definire ciò come “riconciliazione tra Teodosio e Ambrogio”. Lo scudiscio in questo caso non è uno strumento di forza e di imposizione. Esso richiama alla capacità di Ambrogio di saper conservare il deposito della fede sempre e in maniera ferma. Il Santo, ha conquistato sul campo la fiducia da parte del gregge a lui affidato. E’ stato riferimento di dottrina, nei momenti di deriva ariana.
 
Le api
Sono un altro segno associato al Santo. Richiamo alla capacità oratoria di Ambrogio, tanto da rendere la sua parola dolce come il miele. Nel nostro caso la “dolcezza” di Ambrogio, ci invita anche a cogliere il nettare prezioso che la Parola di Dio ci offre.
In memoria di Antonio Rossi
L’ambone presenta al suo retro una targa di dedica a Antonio Rossi.
Genova 18 05 1954 - Genova 21 07 2017
Antonio nostro parrocchiano, ha voluto lasciare i suoi beni alla nostra parrocchia.

Alcuni lavori eseguiti
Grati per tale benevolenza e generosa attenzione, abbiamo potuto intraprendere il restauro degli esterni dell’edificio incastonato con la Chiesa stessa al lato levante, di fatto corpo unico con la Chiesa stessa. Per un totale di trecentomila euro circa.

Molto resta da fare
Fatta questa parte di edificio che riversava in condizioni pietose, dobbiamo affidarci nuovamente alla provvidenza, per poter affrontare nuovi lavori ad iniziare dalla cupola e dal campanile. Sono in fase di realizzazione i capitolati, per poterci rendere conto delle risorse necessarie. Come ripeto, tutto questo va fatto con spirito di fiducia nella provvidenza. Questo perchè temiamo che la cifra necessaria, sarà spropositata per le normali entrare della parrocchia.

Piena gratitudine
Grati di cuore ad Antonio Rossi, che in maniera concreta, ma al contempo silenziosa ha voluto lasciare un segno vivo del suo affetto verso la sua parrocchia. Chiesa che ha sempre frequentato e servito, ad iniziare dal Gruppo Scout e non solo… Ora, ha lasciato un segno forte della sua presenza di famiglia.
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