4a di Quaresima - Sant'Ambrogio di Voltri

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4a di Quaresima

Il Parroco
Il Saluto del Parroco per questa 4a domenica di Quaresima speciale

Carissimi,
anche questa domenica dobbiamo rinunciare alla Celebrazione Eucaristica comunitaria. Desidero lasciarvi un messaggio, invitandovi a leggere e a meditare le letture di questa domenica. Qui vi allego il significativo brano evangelico di Giovanni, che ci narra della guarigione del cieco nato.
Siamo inoltre alla IV domenica di quaresima, la domenica della gioia, così come afferma l’antifona di ingresso: “Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)”.
La gioia e la consolazione è per chi si sente amato dal Signore e sente la sua presenza. Di chi si affida a Lui, di chi sa che dal mistero della croce di Cristo è scaturita la promessa della risurrezione offerta a tutti noi. E’ la gioia cristiana di chi sa che “tutto andrà bene”, perchè Dio è con Lui.
 
 
Leggiamo ora il brano evangelico:
Dal Vangelo secondo Giovanni 9, 1-41
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
 
 
  • Il cieco guarito vede “con i suoi occhi” Gesù solo alla fine. Ma ciò che il racconto ci fa comprendere è che una volta guarito, l’uomo vede Gesù con uno sguardo che è lo sguardo della fede.
«Tu credi nel Figlio dell’uomo?», gli chiede Gesù. «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gesù gli risponde: «Lo hai visto: è colui che parla con te». E quegli dice: «Credo, Signore!». E si prostra dinanzi a lui.
  • Gesù domanda a tutti noi uno sguardo diverso, altrimenti rischiamo di fare come i personaggi autorevoli che interrogano il guarito, ma non voglio capire e credere.
  • L’uomo guarito si fida di Gesù, tanto è vero che si prostra davanti a Lui.
Il cieco guarito ha una forza nuova, che lo rende capace di testimoniare di fronte ai Giudei e ai Farisei quanto gli è accaduto. Anche se questi avrebbero potuto danneggiarlo per la sua testimonianza, infatti lo cacciano fuori.
La luce vince le tenebre, apriamo il nostro cuore alla luce e alla speranza. Questo ci chiede il Signore Gesù, in questa domenica che ci avvicina alla Santa Pasqua di Risurrezione.

 
 
Fraternamente
don Pietro Rossi
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